La mia maratona di New York
Stiamo vivendo un periodo storico molto particolare. Siamo costretti a vivere in modo più isolato possibile; di conseguenza anche trovare la giusta motivazione per correre non è facile! Quando la voglia di allenarmi è bassa, trovo stimolo nei ricordi che le esperienze delle gare a cui ho partecipato mi hanno trasmesso. La maratona di New York del 2018 è sicuramente tra questi.
Nel 2018 avevo perso lo stimolo della corsa. Cercando delle motivazioni per ripartire con la giusta voglia, mi scattò l’idea di cimentarmi nella regina delle gare per i runners, ovvero la maratona. Ma non una maratona qualsiasi; bensì la New York City Marathon. L’esperienza che una sfida di questo tipo ti trasmette va al di là dei 42,195 km corsi. I momenti precedenti e successivi sono altrettanto importanti.
Partiamo dall’organizzazione. Io preferii appoggiarmi ad un tour operator specializzato in maratone nel mondo, sia per l’acquisto del pettorale che per la logistica sul posto, ovvero il trasferimento la mattina della gara.
La mattina di quel giorno New York è ferma, ma non come lo è adesso in prevenzione della diffusione della pandemia che stiamo vivendo. La New York della maratona è tutta schierata ad incitare ed applaudire i 48.000 runners che calpesteranno quelle strade. Per raggiungere la linea di partenza si possono usare solo i bus autorizzati perché a New York le linee di partenza ed arrivo non sono le stesse: si parte dal Ponte Ferrazzano e si arriva al Central Park. Discorso simile per il pettorale. La NYC Marathon (un’azienda vera e propria) ogni anno mette a disposizione un numero di pettorali gratuiti a sorteggio. Bisogna iscriversi al loro sito ed incrociare le dita, oppure acquistarlo con un pacchetto che solitamente include pettorale ed hotel.
Ma torniamo alla preparazione. Quella di New York non era la mia prima maratona; avevo l’obiettivo di migliorarmi. La preparazione nei mesi precedenti era quindi fondamentale, pur essendo io solo un appassionato runner e non un atleta professionista. Ma i km corsi ed il tempo ti aiutano a conoscere il tuo corpo ed i tuoi limiti. Penso che 4-6 mesi di allenamento, combinati ad una corretta alimentazione, possano dare una preparazione sufficiente per affrontare la gara.
Affidarsi ad un professionista che ti vede e ti segue per tutta la preparazione sarebbe ottimale, ma nel mio caso ho preferito leggere le esperienze di atleti veri, re Giorgio Calcaterra in primis, che in un suo libro dà delle nozioni molto utili.
La mia preparazione è abbastanza semplice e schematica. Le prime 4 settimane fondo e forza con distanze brevi (10km) anche due volte al giorno, ma in salita, per almeno 4 gg a settimana, di cui uno con un fartlek (500 mt veloci e 500 più lenti). Le successive settimane 20km al dì, 3 volte a settimana, ad un buon ritmo, ed il quarto giorno un po’ più lungo (23/26/29 km), fino ad arrivare al lunghissimo circa 15 gg prima della gara (35/38 km), per poi continuare ad allenarsi senza strafare fino al giorno della partenza.
Il giorno della partenza è adrenalina pura. Dal ritiro del pettorale, all’entrata nel convention center al cui esterno, a caratteri cubitali, leggi WELCOME RUNNERS: ci si sente come bambini al parco giochi! Incontri persone che non hai mai visto prima, ma ti sembra di conoscerle bene perché avete la stessa passione e la stessa forza, perché un maratoneta non molla mai; è forte e tenace, sa trovare energia dove per altri è impensabile, quell’energia necessaria per completare quei 42,195 km che ti dividono dalla medaglia. La medaglia è il riconoscimento della tua costanza. Non a caso si dice che delle maratone i primi 20 km li fai facili, dai 20 ai 30 con le gambe, e i restanti con il cuore. Colazione prestissimo, ore 5,30 circa. Si sale sul bus con destinazione batteria di partenza. Un mare di gente che aspetta, numerosi stand con tutto l’occorrente per una seconda colazione ed addirittura un cane per la Pet Therapy (sono avanti questi Americani!). Vestizione, controllo di tutto quello che ti sarà necessario. Integratori sì, ma non tantissimi, perchè vengono forniti lungo il percorso (mediamente ogni 5 km). Ed ecco il tuo turno. Entri in griglia di partenza, ti togli la giacca, che lascerai in uno dei contenitori per i clochard. Silenzio assoluto: inno nazionale cantato dal vivo a cappella. Adrenalina a mille! Applauso. Bang! Si parte.